DEGUSTAZIONE
Giallo paglierino chiaro con riflessi brillanti, una luminosa trasparenza attraversata da note di giallo e verde. Un olfatto esuberante: floreale, fruttato e minerale. Si spartiscono il bouquet una nota dolce, di fiori d’albero da frutto, lo stesso profumo dei fiori da cui trae origine il nome: i ciliegi e che in primavera satura l’aria delle nostre campagne; poi ancora salvia, timo, pompelmo, ananas con un inizio di mineralità. In bocca la sua “limonosa” dolcezza invoglia la beva continuamente, il gioco di sensazioni sapido-acido-mobido ritorna a presentarsi più volte in un’altalena che diventa la cifra della sua persistenza gusto-olfattiva.
ABBINAMENTO
Facciamolo compagno di piatti di pesce d’acqua dolce con gusti anche persistenti e carni asciutte come luccio, coregone, sardine; beviamolo anche con formaggi freschi come una robiola piemontese, una toma ai tre latti, caprini freschi e stracchini anche abbinati alle uova, a torte salate, al salame novello come vuole la tradizione dei pranzi sull’erba del Lunedì di Pasqua.
CURIOSITÀ
L’albero delle ciliegie (“serese” nel dialetto locale) ben si presta ad evocare la primavera; stagione di profumi, di freschezza, di briosità e risveglio dei sensi. Sensazioni ed emozioni che un bicchiere di Serése continuerà a proporre durante l’anno.
Raffreddate e lavate per ridurre ossidazioni e contaminazioni, le uve sono spremute a freddo in assenza di ossigeno. Batonato sulle burbe in pre-fermentazione e sui lieviti in post fermentazione, il vino viene affinato esclusivamente in vasche di acciaio.